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      (N.d.A.)
      (48) Questi documenti sono stati copiati quali si vedono negli originali. (N. d. A.)
      (49) Questo mi veniva assicurato da Casati; dal Sanchez e dal secondini stessi seppi in appresso che si erano date, e che si potevano dare a piacimento dei giudici. (N.d.A.)
      (50) Quando scriveva quelle prime lettere, non ero ancora informato sulla disposizione del Castello. (N.d.A.)
      (51) Per intendere queste parole, è mestieri sapere che fu somministrato l'oppio al custode, ai secondini, e alle sentinelle: ma non si poté riuscire a fuggire: il narcotico non produsse l'effetto voluto. (N.d.A.)
      (52) Gli amici a cui io alludeva erano Mazzini e i suoi intimi. - Alcuni di questi, a dir vero, si mostrarono amorevoli verso di me oltre ogni aspettativa; non così Mazzini, il quale s'ebbe perfino da uno di essi, Pietro C[ironi], qualche lagnanza intorno alla noncuranza mostrata nel non mandare oggetti richiesti per la evasione. - Si è parlato d'ingratitudine mia verso Mazzini, dicendo ch'io era salvo per suo mezzo. Or bene, per amore della verità, dichiaro che ove avessi riposato sui soccorsi di lui, durante la mia prigionia, men sarei morto di fame, o avrei terminato i miei giorni sulla forca. - Io debbo tutto al mio amico L..., alla signora Emma Herwegh, e a Pietro Cironi. Dopo di questi son debitore della salvezza a me stesso, alla Provvidenza, e agli uomini che mi raccolsero dalla fossa, e mi assistettero poscia. (N.d.A.)
      (53) Su questa frase un miserabile, Federico Campanella, tutti i cui sagrifizî patrî si riducono all'aver condotto una vita agiata fra quattro sottane, nel quartiere di Fulhane in Londra, osò spargere parole di ridicolo.


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Memorie Politiche
di Felice Orsini
pagine 371

   





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