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      La giovinetta calabrese si crede dunque profetessa. Va in campagna? Se dalla siepe esce un serpe, ed alla vista di lei fugge per la parte superiore del sentiero, gli è segno ch'ella avrà un buon marito. La donna e il serpe son due animali misteriosi, egualmente belli, egualmente astuti e solitarii. Quando una donna cammina, nelle varie movenze della snella e flessibile vita di lei, tu osservi le graziose ondulazioni d'un serpe; quando una donna ti guarda, tu le vedi sotto il crespo arco delle sopracciglia le pupille magnetiche della vipera; quando una donna affida all'eburneo dente del pettine le chiome inanellate tu miri un fascio di colubri, che le susurra sugli òmeri. Esso dunque, se scappa, in alto, è buon presagio alla fanciulla calabrese. Or vedi tu quella fonte? Vedi tu quel laghetto formato dalla fonte? La cicala canta tra le messi mature; il vento delle valli piglia la polvere, e turbinandola la versa sulle vigne che verdeggiano sulle coste dei monti; l'ombre delle querce lottano sul terreno con la luce; e la giovinetta calabrese sta con gli occhi immoti sul liquido specchio della fontana. Che idea poetica! I matrimonii, dicono in Calabria, vengono dal Cielo: ora l'azzurro del cielo e le nuvole bianche del cielo, e gli uccelli che passano pel cielo si vedono dipinti in fondo al lago: perché dunque il cielo non dovrebbe versare in quel lago anche l'immagine del giovinetto, ch'egli destina sposo all'innamorata fanciulla? Oh felice l'uomo, se la donna sua pria di sposarlo ebbe la potenza, dirò cosí di evocare lo spirito di lui, e farsene comparire l'immagine sul volto d'una fonte limpida!


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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