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      I saggi che ci diedero le alunne nella lettura, nell'aritmetica, nella calligrafia, e nei vari lavori donneschi ci lasciarono pienamente soddisfatti. Ma chiedemmo a noi stessi: "E che avverrà di queste giovinette quando saranno fuori di queste mura?" E subito l'educazione che ricevono ci parve non solo inutile, ma pericolosa. Il loro avvenire sta nel diventare cameriere, o mogli di un artigiano o d'un contadino. Or possono divenire cameriere? No, perché una cameriera, come si vuole in Cosenza e nei nostri paesi, dee saper pettinare e vestire la signora, tagliare e cucire camicie e vesti, dar la salda alla biancheria, fare il caffè, governare la cucina, servire a desco, rimendare le rotture dei panni, e mille altre cose che quelle fanciulle non imparano. Possono divenire buone spose? Neppure; il contadino, e l'artigiano vogliono mogli che aiutino nei lavori, che vaglino il grano, staccino le farine, fabbrichino il pane, governino le galline, la chioccia e il porcello, che filino, che tessano, tingano i loro abiti, e mille altre cose che quelle fanciulle non imparano, né possono imparare; ed anche, imparandole, non eseguirebbero mai; perché ti pare mò che una fanciulla, come quelle, che veste il malakoff, che s'intreccia i capelli alla furiosa, che si educa all'amore del lusso e dell'inezie della moda, possa rassegnarsi all'umile, penosa vita d'una moglie di artigiano, o di contadino? Il destino di quelle giovinette tutti i cosentini lo sanno: la uccelliera si apre e gli avvoltoi divorano gli uccelli.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





Cosenza