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      Una società dove l'individuo è stazionario, ha ingegno e non può svilupparlo, operosità e non può adibirla, sete di essere felice, e trova nelle leggi, nei pregiudizii, nella propria posizione ostacoli a soddisfarla, credetemi amici miei, è una cattiva società. In questo caso gli uomini si ribellano, ed egli è a traverso di guerre sanguinose che l'ebreo errante dell'operaio acquistò il dritto di progredire, di trasformarsi, ed ha progredito, e si è trasformato.
      Che ha fatto egli dunque? Prima era servo della gleba, era parte di un fondo, si comprava, si vendeva con esso, era vegetabile. Poi si sbarbò dalla terra, si attaccò ai servigi d'un patrizio, divise coi cani le briciole cadenti dalla mensa del comune signore, e diventò animale. Poi si ricordò che quell'animale era battezzato, si volle che il suo servizio fosse a tempo, gli si assegnò un salario, e l'animale diventò uomo. Poi si uní con altri suoi simili, fu parte d'una corporazione di arte, si assicurò contro la fame, ma non fu persona. Poi le corporazioni si sciolsero, egli acquistò i dritti civili e politici, divenne persona, ma morí di fame, e muore di fame adesso. Perciò egli si muove, perciò egli ebreo errante cammina ancora, ed altro non cerca qual meta di suo cammino, che giustizia e carità. La ricchezza, o signori, è un effetto dei capitali e del lavoro; il capitalista ha i primi, l'operaio ha il secondo. La società dice al proprietario ed al capitalista: "Pagami la fondiaria, e la ricchezza mobile, ed io assicurerò la tua proprietà dai ladri". Ma che cosa dice all'operaio? nulla.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319