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      Gli assicura il lavoro? neppure.
      L'operaio dunque chiede che gli venga assicurato il lavoro: ecco la giustizia; che nelle infermità e nella vecchiaia trovi una mano soccorrevole: ecco la carità. Ad attuare l'una e l'altra si richiede il concorso del governo, ed il vostro. Il governo deve essere libero; e come la libertà del governo lo conduca a poco a poco, senz'avvedersene, ad assicurarvi il lavoro, non è qui luogo da dire. Voi dall'altra parte dovete essere istruiti e morali. Emancipatevi, scriveva Garibaldi agli operai di Brescia, dal prete con l'istruzione, dallo sgherro col lavoro. Lavoro, moralità, istruzione, ecco il vostro scopo. Vi siete uniti per raggiungerlo, e Dio benedica i vostri sforzi. Io aborrii sempre dalle Società popolari; perché la verità è un po' amara, ma debbo dirvela. Il popolo è il bracco che scova la lepre, ma non mangia la lepre; la lepre è mangiata dai cacciatori, dagli ambiziosi che si servono di voi come di sgabello per salire sublimi, che vi promettono mari e monti, e v'ingannano, e ad altro non mirano che ad ottenere i vostri voti per una candidatura, ed il vostro braccio. Aprite gli occhi, miei buoni amici. Le quistioni politiche non sono per voi. Il migliore dei re si è sacrificato per la grandezza d'Italia: abbiate fede in lui, e nel parlamento.
      Pensate a far buoni deputati, e poi chiudete gli occhi. Istruirvi, educarvi, soccorrervi mutuamente, imparare a stimarvi tra voi, sia il vostro fine. Distinguete l'idea dal fatto, il principio dal governo.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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