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      Egli deve rispondere a botte come l'orologio, guardare poco in faccia il suo interlocutore, e sputare sentenze. Siffatte sentenze sono vecchi proverbi, e ci serviranno a farcelo conoscere.
      Egli dice: Terra quanto vedi, vigna quanto bevi, e casa quanto stai; e il massaro ama la terra lasciatagli dal padre, e studia d'ingrandirla con compre successive; e volendo conservarla intera, accorda moglie ad un solo dei figli, ed alle femmine dà la dote in denaro. Trascura la coltura delle vigne e la bellezza e l'ingrandimento delle case; e se queste in tutti i nostri paesi son piccole, ad un piano, e l'una all'altra addossate, la ragione non dee recarsene alla miseria degli avi nostri, ma alla loro condizione di massari. Ora i fabbricati si migliorano; gli artigiani amano il lusso, vogliono il balcone, vogliono i vetri alle finestre; ma le loro casette cosí belle al di fuori sono povere internamente, mentre le case dei nostri antichi massari nascondevano sotto un'umile apparenza una vera dovizia.
      Chi vò mangiari pani, e vívari vinu Simmini jermanu e chianti erbino (7). E il massaro, che vuol mangiare pane, preferisce la segale (jermanu) al frumento, e l'erbino (specie di vite che dà uva sempre ed in abbondanza) a qualunque altra vite. Il suo pane è di segale, cibo duro, ma che sostiene meglio le forze; e coltiva il grano, per venderlo, non già per usarlo, tranne i giorni solenni dell'anno. In Calabria il pane di frumento serve ai soli galantuomini, e dicesi pane bianco; e Donna di pane bianco significa Signora.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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