Pagina (76/319)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Vi sono eccezioni a questo fatto, e le diremo in appresso.
      Casu dimmaggia casa. - Prisutto è na rutta. - Pani tuostu manteni casa. - Sparagna a farina quannu a tina è china; quannu u culacchiu pari nu bisogna sparagnari (8). E il massaro governandosi con queste regole, benché le pecore del suo campo gli diano buoni formaggi, benché ad ogni gennaio si uccida uno o due porci, pure si astiene dal cacio (casu), che danneggia (dimmaggia) gl'interessi di sua casa, e dal pregiutto, che basta manomettere (rúmpari) per poco, perché si consumi in un giorno. Risparmia la farina, quando il tino n'è pieno; non compra carne fresca al macello, ma mangia legumi, e minestra di cavoli con carne salata dentro. Non beve al mattino né caffè, né acquavite; queste chiama abitudini di pezzenti, e memore del proverbio: Chi vivi (beve) avanti u Suli (il Sole) forza acquisti e mindi (mette) culuri (colore); Chi mangia de bon'ura (di buon'ora) Cu nu puniu scascia nu muru (con un pugno fracassa un muro), si fa, come si toglie al letto, il panunto con un tocco di lardone infilzato allo spiedo, lo inaffia con un bicchiere di erbino, e va al lavoro. In casa però non gli mancano le cose di lusso. Nelle fiere si provvede di rosolii, di dolci, di confetture, ch'egli serba in caso di malattia, o di visita che riceva dagli amici. La sua donna fabbrica il pane una volta al mese, lasciandolo indurire nel soffitto, perché se ne consumi meno; giacché il marito le ripete: Pani tuostu (pane duro) mantene casa e vi vogliono veramente i ferrei denti dei nostri tangheri per sgretolarlo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





Suli Sole Pani