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      Perché in tutto il Vallo di Cosenza le terre rendono il sei, negli altri paesi il dieci nelle migliori annate; sicché su per giú la media del prodotto è di otto per ogni moggio. Levatene tre di terranico, uno ed un quarto di semente, dividete a due i tre ed un quarto che rimangono, e vedrete che per un anno di fatica personale, e per frutto di quella dei buoi il massarotto non ha piú d'un moggio e tre quarti! Questa misera condizione di cose ha dato origine al proverbio: Il povero s'affatica pel ricco.
      La quarta classe dei massarotti è quella dei fittuari. Avendo bovi e poche vacche, prendono a fitto terreni dove possano seminare e pascere insiememente. Nel Vallo i terreni non riposano; dopo la mietitura del grano si debbiano immediatamente, si arano, e si pianta il grano turco, e il fittaiuolo dà al proprietario due moggi di frumento ed altrettanti di grano turco per ogni moggio di terra. Se il terreno è irrigabile, lo coltiva a poponaie, e di questa coltura non dà niun merito al padrone, il quale si crede abbastanza compensato pel miglioramento che ricevono le terre dal concime voluto dalle poponaie. Negli altri luoghi vale il principio che il fittuario, deve al padrone pagare un dippiú per ogni altra cosa che semini oltre del frumento e del grano turco. 1 frutti degli alberi non entrano nel prezzo di fitto. Gli alberi comuni tra noi sono i fichi, gli olivi, i castagni, ed i gelsi. Se il fittuario ne vuol i frutti e le frondi, se ne fa la stima; altrimenti il padrone li vende altrui; per la compra della fronda del gelso il fittuario è preferito; e prima d'introdursi la seta organzina, pagava per ogni quintale di fronda quattr'once di seta cirella; ora paga otto libbre di bozzoli; e il caro dei prezzi, e la malattia dei bachi han fatto sí che l'industria serica va scadendo l'un dí piú che l'altro.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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