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      Né poi tutti i braccianti sono buoni a questi semplicissimi lavori campestri: non tutti sanno trattare il pennato e potare le viti, non tutti contare le viti, per propagginarle, non tutti l'arte dello innesto. Zappare per seminare, potare e schiarire gli alberi, cavare formelle per piantarvi gelsi, fichi ed olivi, ed i lavori, che in paesi piú culti si fanno dai giumenti e dai carretti, sono tutte le occupazioni dei nostri braccianti. Fossero almeno continue! Grazie alle fatiche dell'està, la sua piccola casetta ha in agosto qualche bene di Dio; ma il proverbio suo dice:
     
      Agustu porta lìttari,
      Settembre si li leje (se le legge):
      Viestiti, 'nculu nudu,
      Ca viernu priestu vene.
     
      Agosto divenuto corriere porta lettere a settembre. Il signor settembre sgombrasi la fronte, per veder meglio, dalla corona dei pampini che lo adombrano, legge le lettere, e vi trova scritto: O povero bracciante, che hai le natiche nude, pensa a vestirti, perché l'inverno è vicino. E il poveretto vende parte del grano riposto, e si veste, e guarda fidente il futuro. M'ohimé! Finu a Natali né friddu, né fami: E Natali avanti tremanu i 'nfanti. Questo proverbio dipinge lo stato del popolo nostro: con le provvisioni accumolate in està egli vive fino ai 25 di decembre, e d'ind'in poi? E d'ind'in poi, il freddo, la fame, la miseria, la malattia, la disperazione ne porta metà all'altro mondo. Il bracciante guardasi le braccia divenute inutili, la neve che gli cade sul letto, e lo chiude in casa, il focolare senza un tizzo che lo riscaldi, e fa debiti sopra debiti, e la sua preghiera è che Dio gli faccia vedere aprile.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





Dio Natali E Natali Dio