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      Manca l'orinale e il pitale; ma in Calabria l'occorrenze si fanno innanzi la porta; le abitudini della nettezza non sono ancora parte di nostra educazione, e finanche in Cosenza non č raro il signore che la sera prima d'andare a letto apra i balconi, ed orini sulla strada. Faccia tinta, e trippa piena dice il nostro popolo; e quindi il bracciante si lava il viso la sola domenica quando si rade, e la sua donna quando va all'acqua. Mentre l'orciuolo si riempie, ella si sciacqua la faccia, il collo, ed i piedi nudi ed inzaccherati; poi guarda d'attorno, solleva la gonna, piglia un gherone della camicia mostrando una gamba invidiabile alla signora, e si asciuga. Memore del proverbio: A gallina chi cammina, si ricogli cu la vozza (gozzo) china, ella ai primi bagliori antelucani armata di scure va in contado; fa una fascina, od un fastello, lo lega con la sua stroppa, se lo mette sul cercine e rientra in paese a venderlo cinque soldi. Poi si piglia il barile, lo porta pieno d'acqua a chi ne la richiede, e guadagna un soldo; poi, se la signora la chiama, le abburatta la farina, le porta le tavole col pane al forno, e si busca una focaccia a tre pani; o vaglia il grano del proprietario, e le si dā un morsello o di cacio o di lardone; o fa il bucato ad altra signora, ed ha 42 centesimi, una minestra di fave, e quattro pani di segala; poi, se le avanza tempo, fila,
      governa il porcello, e le galline, e si pettina. Di estā coglie la foglia pei bigatti, ed ha cinque soldi a sacco; lavora nei campi, quando si sarchia, si miete, si trebbia, ed in tutte sorte lavori il salario della sua giornata č sempre 42 centesimi.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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