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      Considerate poi i suoi palpiti quando le biade pigliano ad essere da mietere, quando già son mietute, quando le gregne sono abbicate. Come teme un subito acquazzone, come desidera una finestrata di Sole, un soffio di vento che sollevi la pula! Questi timori e queste speranze non lo agiterebbero certo se avesse machine per mietere e per trebbiare, che fanno presto e bene, e non lasciano all'arbitrio di un'ora di tempo piú o meno favorevole le fatiche d'un anno. In queste condizioni della nostra agricoltura sarebbe assai sciocco chi dicesse ai proprietarii: - Crescete il salario ai braccianti -. E chi di loro non riconosce e non geme della scarsezza di quel salario? L'economia politica ha le sue leggi inflessibili come quelle della fisica, né vi può autorità governativa, o religiosa; ed una di sue leggi è questa: Il salario cresce secondo che il lavoro è piú richiesto e produttivo; sicché a migliorare la sorte dei braccianti è mestieri di aumentare le opere agricole, e renderle giú fruttuose, non già predicare principii di morale e di religione, per intendere il cui linguaggio l'economia politica non ebbe mai orecchie. Unica via a conseguire lo scopo, cui miriamo, è d'introdurre le machine: con esse si rendono di facile coltura terreni, che ora si lasciano inculti, e quindi i braccianti avranno continuo lavoro: con esse si ha economia di tempo, di opere, e di animali, e maggiore sicurezza di raccolto, e ciò che in queste cose si risparmia si accresce al salario dei braccianti.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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