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      9 novembre 1864.
     
     
     
      XV. - I MARINARI
     
      La nostra provincia è bagnata da due mari: il Jonio ha coste basse ed aperte, poca insenatura, rari li scogli, frequenti le piane, e la grava è coperta da ricolmi. È per natura importuoso, ed ove si volesse contrastare alla natura le risacche non tarderebbero ad interrare i porti che vi si costruissero, ed esempio ne sono quelli di Cotrone e di Brindisi. Il Tirreno, al contrario, è scopuloso, con spiagge sottili; s'ingolfa maggiormente, ed ha calanche in tutti i punti, in modo che le rive dell'uno se possono ricevere la ferrovia, quelle dell'altro son tali da porger luogo ad un gran numero di porti. Coloro che di luglio vanno a bagnarsi nel Jonio son costretti a tenersi con le mani ad un cavo amarrato ad una pertica, che si conficca sulla riva, laddove nel Tirreno chi si bagna siede comodamente su li scogli, e passa e nuota dall'uno all'altro al di là d'un miglio. Vi hanno però fondi segatori, dove, a gittarvi l'ancora, vi restano tagliate le gomene, e quando serrata dal vento la nave arripa, né può bordeggiare, si corre pericolo. Sono entrambi abbondantemente pescosi: vache (vacca), calamai, seppie, zígoli (zirri), triglie, storioni, spade, scombri, (scurmi) sarde, rondini, sogliole (pataje), orate (sauri), spillancole, (sputacumpani), pelamide (palàmati), sfirene (guglie) raje, cefali, centrine (canicelli) dentici, gronghi, coracini (corbielli), lecce (ricciole), merluzzi, murene, occhiate, palombi, sarpe, scròfani, pagri, aliuste (raguste), polipi, cernie (mostelle?


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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