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      Le facce delle fabbriche si alzarono sopra linee verticali, e, ciò ch'è peggio, a muro tra loro nei fianchi, tagliando il passaggio orizzontalee alla gente, all'aria, alla luce, e lasciando, tra due lunghe file di bugigattoli, viottoli estremamente ripidi. Di qui ai popolani renduto impossibile l'uso dei carri, e quello delle carrozze ai signori. Ad addolcire la difficile montata scarso compenso sono i cordoni di pietre: quei viottoli hanno melma, hanno pozze, hanno sdruccioli pericolosi, dove, punto che non vai sull'avviso, ti si smuccia il piede malamente. Di verno poi, nelle pioggie, e nei subiti ri solvimenti della neve il pericolo è maggiore. Le gronde non hanno docce; le docce non mettono in cannoni sotterranei; mancano gli scarichi pubblici; il cavaticcio, quando altri edifica, si ammonta sugli orli delle fosse o si disperde li presso; ora i tetti piovono tutti da una banda e però quei vicoli correnti tra doppia fila di case ricevono tanta forza di acqua, che se ne forma un rigagnolo. Quel rigagnolo (lavina) torbido di tutti gli sterri e sozzure dell'abitato travolge cani, annega porci, affoga spesso qualche mal guardato fanciullo, e, finché la sua furia non dia piú giú, la gente o si arresta sugli usci, o gli pon su a traverso una palancola per passare oltre.
      Sulle case fabbricate in pendio la necessità, per toglierle all'umido, di sollevarle oltre il livello del suolo posteriore, vi ha costruito il secondo piano. Vi si monta per una scala, che aggetta fuori la linea della facciata, e fa capo o in un verone, o in una terrazza scoperta (vignanu). L'inquilino ha polli? fa nella sottoscala il pollaio; ha porci? fa nella sottoscala il castro (catojiellu); e questa comodità ha spinto a moltiplicare cosíffatte scale murate restringendo e mozzando le vie, già anguste a bastanza per sé medesime.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319