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      Questi animi gentili sono ancora assai rari. Le case, dicemmo, respinsero finora ogni immegliamento, come quelle che appartenevano ciascuna ad un padrone diverso. Ma ora il popolo minuto, qual per bisogno, e quale per collocare le figlie, ha venduto ai proprietari i suoi affumicati tugurii, e sarebbe desiderabile che costoro, ligii all'idolatria del bello ed all'amore del loco natio, riformassero quei meschini bugigattoli, facendone case impalazzate, simmetriche, con in mezzo logge, strade, e piazza. Sarebbe desiderabile che i sindaci obbligassero le case ad imbiancarsi le mura almeno una volta l'anno, e gli abitanti a lavarsi la faccia, almeno una volta la settimana. Sarebbe desiderabile che ogni municipio ordinasse una Commissione edilizia, che sorvegliasse le nuove fabbriche, perché non guastino né l'ordine dell'altre, né le strade intermedie e servissero a bellezza. Sarebbe finalmente desiderabile che ogni cittadino dicesse in suo cuore: - Il mio paese è un grande edifizio, di cui ciascuna casa è una stanza: cerchiamo a farlo bello -. Ma egli non segue cosí; il proprietario studia a far profitto d'ogni buco, e crescere il numero dei suoi pigionanti: e se edifica una nuova casa, la costruisce senza tutte quelle comodità, che potrebbero a poco a poco dare al nostro popolo abitudini di nettezza; e ad ogni ristauro che intraprende, l'istinto alla rapina può tanto in lui che non si chiama contento se non occupa un palmo o due della pubblica strada. Non sappiamo quando l'amore al bello prenderà ad invaderci l'animo: ma egli è innegabile che solo quando un proprietario si vedrà ad abbattere un muro di sua casa per farla regolare, e demolire le catapecchie che la circondano per dare maggiore larghezza alla via, maggiore aria ai suoi polmoni, e luce maggiore ai suoi occhi, potrà dirsi che il tempo della civiltà sia cominciato tra noi.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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