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      In questo caso, o la sposa, od i congiunti di lei legano alla testiera dei muli forza di nastri e serici fazzoletti del piú lieto colore, e si gli uni e si gli altri spettano in fine della traversata ai lettighieri, i quali, oltracciò, non vi è verso che lascino alla sposa di por piede a terra, se innanzi non ricevano dai colei congiunti buona mancia in denaro. Il nolo d'una lettiga è dodici lire e settantaquattro centesimi al giorno. Ma la libertà è cara a tutti, e per lieta che sia la condizione dei mulattieri, non vi ha dei popolani nostri chi non metta innanzi alla loro quella dei vetturini.
      I vetturini hanno asini, bardotti, muli; li guidano e noleggiano a loro intero profitto, e la classe n'è numerosa, poiché il contadino diserta dai campi l'un dí piú che l'altro, e la dota che gli porta la moglie, e ciò che ritrae dalla vendita del suo piccolo podere gli serve a comprarsi un somiero. E nulla gli arride tanto quanto la speranza di possedere un mulo, in modo che il galantuomo scapolo e lo arciprete, quando o stracchi o imbarazzati dalla popolana, cui tolsero l'onore, intendono a maritarla, le trovano facilmente un partito nel primo contadino, in cui si abbattono, solo che gli diano quanto basti a comperarsi un giumento. Nei paesi montani e valligiani gli asini nostri sono indigeni; piccoli i primi, ma intelligenti e pepati; di maggior corpo i secondi, ma grulli, e meno instancabili. Nelle maremme orientali poi il piú degli asini viene dalle Puglie, e sono una bellezza per l'alta taglia, l'agevole quadratura, e l'asciuttezza delle gambe.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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