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      Boccadoro dunque si presentò al maggiore della G.N. di Acri Cav. don Raffaele Falcone; ed il tristo avea indosso i calzoni di Pinnicchio; dopo pochi altri giorni gli si presentò Boccaperta, e il ribaldo avea nei piedi le scarpe di Pinnicchio; il giorno appresso Sguizzino si presentò al prete don Raffaele Parvolo e lo scellerato avea nel capo il cappello dell'assassinato Pinnicchio. Cosí questa banda di briganti è stata fortunatamente distrutta sul nascere; essa minacciava di farsi numerosa e formidabile, perché quei quattro erano in detta con Francesco Cofone Valente, Angelo Longobardi Afflittocore, Francesco Rosa Ciclòpe, Pietrantonio Gencaralli Carissimo, Pietro Turano e Biagio Vaglica Tornesello, uomini tutti risoluti, e che dietro le confessioni dei tre presentati, sono stati menati in prigione. E noi preghiamo i lettori a tenersi in mente questo fatto, perché esso insieme a molti altri ci servirà di prova per quanto diremo in seguito sulle cause permanenti, ed indestruttibili per ora, del brigantaggio tra noi.
      11 maggio 1865.
     
     
     
      UNA STORIA CHE PARE ROMANZO
     
      Il giorno 24 marzo il brigante Giuseppe Scrivano ebbe in quel di Campana due palle calde calde nel petto. Il pubblico ha plaudito, dicendo: abbiamo un brigante di meno, e il pubblico si è ingannato. Avete letto qualche volta la Spia di Cooper? Quel poverino muore esecrato e con in fronte la macchia di traditore, e nondimeno era una vittima sull'altare della patria. Ebbene! Giuseppe Scrivano era la Spia di Cooper.
      Giuseppe Scrivano, nato in Celico nel 1839, fu sempre un buon diavolaccio fino al 1860. A quel tempo di subbugli, di rancori e di sospetti, la guardia nazionale era sempre sotto l'armi: una punta di essa facendo la ronda la notte del 14 agosto si abbatte in un capannello di persone.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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