Pagina (265/319)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Danno per le stesse arti belle e per le scienze; ché non avremmo né preti stupidi e corrotti, né avvocati azzeccagarbugli e disseminatori di malafede, né medici carnefici, né artisti senza merito e senza fortuna, se fosse tra noi sviluppata l'industria, la quale crea mille arti e mille mestieri svariatissimi, e i nostri giovani non si vedessero costretti ad incalzarsi tutti su le stesse vie. Bisogna dunque incoraggiare l'industria, moltiplicare le arti ed i mestieri. Intorno a ciò qual provvedimento prese il passato governo? Lo diremo in seguito.
      27 aprile 1864.
     
      II.
      A creare l'industrie e le arti il governo borbonico credette mezzo efficace le privative, e le dispensò a destra e a manca. Lefebvre ottenne privatica, e messe su due fabbriche di acido solforico, l'una in Capodimonte, e l'altra nei Bagnoli. Widemann ottenne privativa d'introduzione (!), e stabilí una tintoria nell'Arenaccio di Casanova. Achard ottenne privativa, e pose su in Castellamare la concia e tinta di cuoii. Tourné rappresenta alla Corte di Napoli di avere egli scoverto il metodo di estrarre l'olio dal sevo, e di poterlo sostituire alla cera, e ne domanda privativa. E il Borbone, ignorando che la stearina si conoscesse fin dalla metà del secolo passato, gliela concedette. Dovrò andare piú innanzi? Dovrò dire come tutte le industrie sono in Napoli, come le nostre belle donne vanno in Alessandria, ed i nostri medici in Costantinopoli con la certezza di farvi fortuna? Non esamino le privative secondo le ultime considerazioni delle scienze economiche, ma domando solo: - Qual bene n'è venuto a noi?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





Capodimonte Bagnoli Arenaccio Casanova Castellamare Corte Napoli Borbone Napoli Alessandria Costantinopoli