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      Si dà loro la pappa e il vestiario, si assicura loro quanto basti a far le spese ad una drudetta, e gli infelici diventano cretini; e se l'assegno della famiglia non è sufficiente brigano in tutti i modi nell'amministrazione comunale, e non sempre onestamente. Cosí mille ingegni, mille forze produttive si schiacciano, si sciupano, si rendono sterili. Che compenso può trovarsi a tanto male? Certo, i principii di morale e di giustizia, che ogni giorno acquistano piú del cuore dei padri, e lo spirito di liberalismo che dall'organizzazione dello Stato passerà, a poco a poco sí, ma immancabilmente passerà in quella della famiglia, faranno cessare questo male, questo feudalismo impiantato nel focolare domestico; ma tutto sparirebbe ad un tratto se al ministro Pisanelli piacesse nella prossima compilazione del Codice Civile scemare la disponibile dei padri. Piú. I ricchi sono inerti, dicemmo, ed avversano lo spirito di speculazione, perché vogliono, e possono unicamente vivere della rendita prediale. Si amano le grandi estensioni di terreni, che poi o si lasciano sterili (con danno dell'agricoltura e dei braccianti) o si deputano a pascolo di armenti nomadi; e l'avidità d'ingrandire il fondo, che si possiede, è cosí prepotente, che in Calabria i ricchi sono dal popolo, ch'è misero ed è poeta, chiamati uccelli grifoni. È inutile dire che noi parliamo in generale; e però gli uccelli grifoni vogliono anch'essi arrotondare le loro rive del Reno, e non perdonano a verun mezzo, anche il piú immorale, per acquistare il poderetto del vicino.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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