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      Senza capitali il proletario continuerà dunque a vivere come al passato; i terreni ottenuti gli saranno inutili, e restando in abbandono, gli antichi usurpatori li ripiglieranno a poco a poco,e cosí la vecchia piaga rinascerà. Mettere però in circolazione il denaro, e farne facile e poco oneroso il mutuo non deve, né può essere opera governativa, ma nostra. Col chiedere tutto al governo ci facciamo simili ai pulcini che vogliono l'imbeccatura dalla madre, né si assicurano di dare un volo fuori del nido,e cercarsi il cibo da sé. Governo libero e governo emancipato son sinonimi, e l'atto solenne onde s'accorda lo Statuto al popolo è simile a quello onde un padre dice al figlio: - Avete vent'anni, pigliate una strada, pigliate una donna, e fate economia per voi -. Conosciamo una volta operosità, e buon volere; ed ecco ciò che, sull'innanzi di quanto si adopera presso le nazioni piú culte, noi proponghiamo ai nostri concittadini.
      Tra noi i capitalisti vanno divisi in due classi, i grandi ed i piccoli; ed i grandi son buoni, ed i piccoli maligni, perché non è l'elefante, ma la vipera che morde. I primi, amando una vita facile, versano i loro tesori sul Gran Libro, con danno dell'agricoltura e dell'arti, perché quel denaro- esce da noi, ma non torna a noi; ed i secondi esercitano l'industria vergognosa dell'usure, che sono scandalosissime. Altri ti mutua cento lire, e ti chiede, 15, 17, 20 lire l'anno, ed il vampiro per nascondere tanto succiamento di sangue ti costringe a mettere nella scrittura di obbligo di averti mutuato 120 lire gratuitamente!


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





Statuto Gran Libro