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      Quanti sono i Sindaci che non abbiano usurpato? Quanti i Consiglieri municipali egualmente irriprovevoli?
      Ed anche a supporli tutti, senza l'eccezione d'un solo, onestissimi, vorremmo sapere in quanti di loro si trovi coraggio civile da far guerra all'intrigo. Ciò ch'è seguito di recente al comune di Tortora ci serve mirabilmente di esempio. Il Duca di Tortora creditore di esso comune introduce un giudizio di esproprio, e nel gennaio del 1862 i due boschi comunali Cavuta e Sarviola, messi all'asta pubblica, si aggiudicarono per ventimila dotati a Don Francesco Marsiglia. L'anno seguente il Duca sequestra gli anzidetti due fondi assieme con altri otto, che formano tutto il patrimonio del comune; l'esproprio è menato innanzi rapidamente; il Municipio che non mostra nessun segno di vita lascia fare, e tutti i dieci fondi si aggiudicano definitivamente a Don Francesco Marsiglia per novemila e 869 dotati, mentre il valore reale superava i novantamila, mentre, sette mesi innanzi, due soli di essi, Cavuta e Sarviola, erano stati al medesimo Marsiglia aggiudicati per ventimila dotati! La mano ci trema nello scrivere questo fatto.
      Due contadini ne fremettero al par di noi; si posero la via tra le gambe, e nella vigilia del giorno ladro, che dovea consumarsi quella svergognata spoliazione del Comune, giunsero stanchi e coverti di polvere in Cosenza, e si presentarono al Prefetto. E il Prefetto Guicciardi provvide all'uopo, e generosamente: si produsse appello contro la sentenza dell'aggiudicazione definitiva, si produssero delle offerte di sesto, s'intavolarono nuovi trattati col Duca di Tortora.


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Persone in Calabria
di Vincenzo Padula
Parenti Editore Firenze
1950 pagine 319

   





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