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      Sciaguratamente ancora con quei due amici, l'uno membro, l'altro Secretario del Comitato, aveva preso concerto, pel caso di prigionìa, di corrispondere in numeri tenendo la medesima chiave.
      «Il tradimento fece scoprire un viglietto; ne conseguì l'arresto del Secretario, che, a quanto si dice, sotto i colpi del bastone rivelò la maniera di leggere il registro.
      «Quando pertanto a chi scrive queste linee fu di quello presentata la traduzione, poteva egli persistere nelle negative?
      «Egli confessò, ma poichè erano notati i pseudomini, fu tanto ardito da rifiutarsi a spiegarli se non gli si dava promessa, che fu mantenuta, che non si arresterebbero quelli, i cui nomi non si erano saputi interpretare.
      «L'arresto di moltissimi non notati su quel registro non è punto imputabile allo scrivente, e un giorno si conoscerà che egli piuttosto si addossò colpe per alleviare altri.
      «Le sue rivelazioni si ridussero ad indicare l'organizzazione della Società, senza che ne venisse nocumento di persona. Egli prepara questi fogli nella speranza di poterli gettare per via quando lo si traduca in altro carcere, in cui debba eseguirsi la sentenza ch'egli ansioso attende. Italiani fratelli! Il mio fallo fu di non avere avuto tanta prudenza quanto era il mio zelo: siate adunque prudenti!
     
      «Ma non siate corrivi a sospettare coloro che si fecero vittime dell'amor di patria.»
      A parole siffatte non è mestieri di commento; e il pubblico conosce il nome del segretario rivelatore, e che tentò dopo ogni mezzo ad espiare la colpa o la debolezza pusillanime.


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Del comitato segreto insurrezionale bresciano nell'anno 1850-51
di Faustino Palazzi
Stab. Tip. La sentinella Brescia
1886 pagine 106

   





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