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      Ma a lato ai tristi, v'erano pure uomini generosissimi che a somiglianza di Attilio Regolo preferivano le persecuzioni, gli strazj e la morte alla viltà.
      Cristoforo Battaglia, nativo di Porlezza e domiciliato in Iseo, ove esercitava onestamente il mestiere di pentolajo, non sapeva molto di lettera, ma era dalla natura dotato di pronto spirito, e di sagace intendimento. Venne arrestato nell'Ottobre 1833 sotto l'imputazione di avere in quell'epoca fatto varj viaggi in Isvizzera importando nello Stato scritti Mazziniani, che venivano dispensati in Iseo, e nei paesi d'intorno. Ei non potè negare le assenze da Iseo in certi intervalli di tempo, ammise i suoi viaggi a Porlezza sua patria, per doveri di sua famiglia, ma stette sempre risolutamente sulla negativa sull' affare dei libri.
      Sofferse aspri e lunghi digiuni, non si spaventò per minaccie, non si lasciò adescare da promesse, ed intanto salvava sè stesso ed un' infinità di vittime.
      Rilasciato in libertà per mancanza di legali prove, non potè cansare le dure precettazíoni. Videsi tronche le braccia non potendo più recarsi nei soliti paesi per l'esercizio dell'arte sua; logorato dagli affanni e dal bisogno nell'Aprile del 1862 finiva colla sua vita le sue pene.
      Non sappiamo se la carità cittadina fosse larga di conforti durante il tempo della sua detenzione; sappiamo però che moriva senza compianto d'amici; portato al Cimitero sotto libera patria senz'alcuna patriottica dimostrazione; quantunque come dice Tacito, le virtù ottimamente si stimino dove allignino più facilmente.


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Del comitato segreto insurrezionale bresciano nell'anno 1850-51
di Faustino Palazzi
Stab. Tip. La sentinella Brescia
1886 pagine 106

   





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