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      Si auertirà poi nel resto della fabrica, che ui siano stanze grandi, mediocri, e picciole: e tutte l'una à canto a l'altra, onde possano scambieuolmente seruirsi. Le picciole si amezeranno per cauarne camerini, oue si ripongano gli studioli, ò le librarie, gli arnesi da caualcare, & altri inuogli, de' quali ogni giorno habbiamo dibisogno, e non sta bene che stiano nelle camere, doue si dorme, mangia, e si riceuono i forestieri. Appartiene ancho alla commodità, che le stanze per la estate siano ampie, e spaciose, e riuolte à Settentrione; e quelle per lo inuerno à Meriggie, e Ponente, e siano più tosto picciole che altramente: percioche nella estate noi cerchiamo l'ombre, & i uenti, e nell'inuerno i Soli, & le picciole stanze più facilmente si scalderanno che le grandi. Ma quelle, delle quali uorremo seruirci la Primauera, e l'Autunno; saranno uolte all'Oriente, e riguarderanno sopra giardini, e uerdure. A questa medesima parte saranno ancho gli studij, ò librarie: perche la mattina più che d'altro tempo si adoperano. Ma le stanze grandi con le mediocri, e queste con le picciole deono essere in maniera compartite, che (come ho detto altroue) una parte della fabrica corrisponda all'altra, e cosi tutto il corpo dell'edificio habbia in se una certa conuenienza di membri, che lo renda tutto bello, e gratioso. Ma perche nelle città quasi sempre, ò i muri de' uicini, o le strade, e le piazze publiche assegnano certi, termini oltra iquali non si può l'Architetto estendere; fa dibisogno accommodarsi secondo l'occasione de' siti: alche daranno gran lume (se non m'inganno) le piante, e gl'alzati che seguono: iquali seruiranno per esempio delle cose dette ancho nel passato libro.


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I quattro libri dell'architettura
di Andrea Palladio
Hoepli Milano
1945 pagine 235

   





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