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      Percioche uollero quei prudenti huomini, imitando la natura, laqual da un'estremo freddo ad un'estremo caldo con i suoi mezi ci conduce; che non subito dalla stanza fredda si entrasse nella calda, ma co'l mezo della tiepida. Di fuori da detti luoghi erano tre portichi, uno dal lato, doue era l'entrata, che si farebbe uerso Leuante, ouero uerso Ponente. Gli altri due erano, uno dalla destra, l'altro dalla sinistra, posti l'uno à settentrione, l'altro à Mezogiorno. Quello, che guardaua à settentrione, era doppio, e di larghezza quanto erano lunghe le colonne. L'altro riuolto à Mezogiorno era semplice, ma molto più largo di ciascuno de' sopradetti, & era diuiso in questo modo: che lasciati dalla parte delle colonne, e dalla parte del muro dieci piedi, il qual spacio da Vitruuio è detto Margine; per due gradi larghi sei piedi si discendeua in un piano nonmeno largo di dodici piedi; nel quale al tempo del uerno gli Athleti poteuano esercitarsi stando al coperto, senza esser impediti da quelli, ch'erano sotto il portico a uedere; iquali anco, per la detta bassezza, ou'erano gli Athleti; uedeuano meglio. Questo portico propriamente si chiamaua Xisto. Li Xisti si faceuano, che tra due portici ui fossero selue, e piantationi, e le strade tra gli arbori, lastricate di Musaico. Appresso il Xisto, & il portico doppio si disegnauano i luoghi scoperti da caminare detti da loro Peridromide: ne' quali il uerno, quando era sereno il Cielo; gli Athleti si poteuano esercitare. Lo stadio era à canto questo edificio, & era luogo, doue la moltitudine poteua star commodamente à ueder combatter gli Athleti.


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I quattro libri dell'architettura
di Andrea Palladio
Hoepli Milano
1945 pagine 235

   





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