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      A' Gioue, come patrone dell'Aere, & del Cielo, fecero i Tempij scoperti nel mezo co' portici intorno, come dirò più di sotto. Ne gli ornamenti ancora hebbero grandissima consideratione à qual Dio fabricassero; per laqual cosa à Minerua, à Marte, & ad Hercole fecero i Tempij di opera Dorica: percioche à tali Dei diceuano conuenirsi per la militia, della quale erano fatti presidenti, le fabriche senza delicatezze, e tenerezze. Ma à Venere, à Flora, alle Muse, & alle Ninfe, & alle più delicate Dee, dissero douersi fare i Tempij, che alla fiorita, e tenera età Virginale si confacessero, onde à quelli diedero l'opra Corinthia: parendo loro, che l'opere sottili, e floride, ornate di foglie, & di uolute si conuenissero à tale età. Ma à Giunone, à Diana, à Bacco, & ad altri Dei, à iquali ne la grauità de' primi, ne la delicatezza de' secondi, pareua che si conuenisse; attribuirono l'opere Ioniche; le quali tra le Doriche, e le Corinthie tengono il luogo di mezo. Cosi leggiamo che gli Antichi nell'edificare i Tempij si ingegnarono di seruare il Decoro, nel quale consiste una bellissima parte dell'Architettura. E però ancora noi, che non habbiamo i Dei falsi, per seruare il Decoro circa la forma de' Tempij, eleggeremo la più perfetta, & più eccellente; e conciosiache la Ritonda sia tale, perche sola tra tutte le figure è semplice, uniforme, eguale, forte, e capace, faremo i Tempij ritondi; à quali si conuiene massimamente questa figura, perche essendo essa da un solo termine rinchiusa, nel quale non si può ne principio, ne fine trouare, ne l'uno dall'altro distinguere; & hauendo le sue parti simili tra di loro, e che tutte participano della figura del tutto; e finalmente ritrouandosi in ogni sua parte l'estremo egualmente lontano dal mezo; è attissima a dimostrare la Vnità, la infinita Essenza, la Vniformità, & la Giustitia di DIO. Oltra di ciò non si può negare, che la fortezza, e perpetuità non si ricerchi più ne' Tempij, che in tutte le altre fabriche, conciosia che essi siano dedicati à DIO O.M. & si conseruino in loro le piu celebri, & le piu degne memorie delle Città; onde, & per questa ragione ancora, si deue dire, che la figura ritonda, nella quale non è alcun'angolo; à i Tempij sommamente si conuenga.


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I quattro libri dell'architettura
di Andrea Palladio
Hoepli Milano
1945 pagine 235

   





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