Pagina (39/189)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Noi conoscendo qual peso meritano le osservazioni di questo esperto agricoltore, ed altronde persuasi che le difficoltà che ci si fanno non sono che lumi che ci si somministrano e mezzi onde rintracciare la verità, ci facciamo un dovere di sottomettere al giudizio dei coltivatori siciliani le ragioni che ci determinarono a stabilire quel principio.
      Il sig. Distefano trova strana la proposizione da noi annunziata (Calendario 1820, febbraio) a proposito del sarchiare che «male fanno coloro che sarchiano in gennaro, e stoltissimo l’adagio: La zappudda di jinnaru inchi lu granaru».
      Ciò che ci sorprende si è che egli trova giusto quanto ivi da noi si dice a proposito del sarchiare; conviene che deve evitarsi di farlo nei giorni piovosi e troppo freddi; che se la terra non è sciolta l’operazione è certo nocevole; che si rischia a far perire la pianta scoprendone le radici e lasciandole esposte al gelo, e trova poi strana la conseguenza che se ne tira che non convien far quel lavoro nel cuor dell’inverno. L’adagio che dai nostri villici si cita, considerato semplicemente come adagio, è giusto; considerato come precetto è falso. Tutti gli adagi in fatto di agricoltura sono condizionati, e quello di cui si parla deve intendersi che quando le circostanze permettono di sarchiare in gennaro quell’operazione è utilissima. Ma il dir poi che sempre è utile il sarchiare in gennaio è una proposizione stoltissima.
      Noi preghiamo il sig. Distefano a riflettere a ciò che noi dicemmo l’anno scorso, che nel nostro Calendario noi avremmo regolate le operazioni agrarie su quel medio che più si avvicina alla generalità. Ora il sig.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189

   





Calendario Calendario