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      Dice che sia stata nostra svista il dire, che in marzo si piantano i nuovi vigneti, e noi malgrado la divergenza delle opinioni, abbiamo tanto rispetto per l’autore della lettera, che ce ne appelliamo a lui stesso. Domandi a tutti i vignaiuoli di Sicilia, e specialmente di Termini, in qual mese hanno piantati i loro vigneti, e ne troverà certamente nove in dieci, che gli diranno in marzo, ed il decimo, ch’è stato obbligato da circostanze particolari ad allontanarsi dall’uso generale.
      A proposito del parto delle giumente ci compartisce molti lumi di veterinaria, e ci propone di dare al puledro appena nato del latte di vacca con della manna per nettargliene le interiora, e prepararle ad un nuovo sistema di vivere.
      C’istruisce ugualmente, che il cominciare in marzo a dar lo stallone alle giumente è l’effetto della mancanza dei prati artificiali e delle stalle, giacchè senza dei quali il gran freddo, ed i pochi pascoli ucciderebbero i nati pultri, e bisognano riparare con fare unire gli sposi (poco ci volle a dire: in faciem ecclesiae) nei tempi, che il parto succeda nel clima moderato, ed il suolo naturalmente ricco di erbaggi, onde coll’uso delle artificiali praterie, e delle comode stalle, in tutti i tempi potrebbonsi permettere le unioni degli animali, non temendo le rigidezze dell’inverno, nè la mancanza d’erbaggi della secca està. Se le stalle ed i prati artificiali facessero figliare le giumente due volte all’anno, sarebbero in ciò vantaggiosi, ma non essendo ciò, è meglio che gli accoppiamenti si facessero in quella stagione solamente che la natura pare di avere a ciò prescelta.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189

   





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