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      Quanto allo spaccio della produzione sembra che questo mancar non possa affatto al nostro paese. I speculatori inglesi e francesi, che fin’oggi nella massima parte se ne son provvisti dall’America, più che a quel continente, ed anche più che al Levante, alla Turchia, ed all’Egitto, porteranno senza dubbio la loro attenzione alla Sicilia, non rinvenendo degli ostacoli, stante la facilità, la speditezza delle comunicazioni, il risparmio sensibile de’ noli e della sicurtà per la più breve navigazione, la buona qualità del genere e la più rapida e pronta circolazione de’ loro capitali, che nel commercio de’ nostri cotoni apprestar può ad essi maggiori vantaggi, e de’ profitti più relativi alle loro speculazioni ed industrie.
      Finalmente i diversi lavori ch’esige questo prodotto pria di rendersi atto al commercio, la facilità d’impiegare in essi le famiglie de’ nostri villici, la introduzione che può sperarsi delle filande, con che accrescere la ricchezza generale e dei nuovi mezzi di sussistenza alla mano d’opera, rendono la coltura del cotone della massima importanza, specialmente se si considera che i paesi principali di consumo non possono aspirare alla coltivazione di esso, e quindi non possono dispensarsi di esser tributarii dei paesi meridionali d’Europa. Quindi è di sommo interesse all’agricoltura siciliana conoscere le migliori regole della coltivazione di questo vegetabile, e quanto dai migliori scrittori su questo ramo d’industria è prescritto, onde applicarlo, ove si potrà, alla coltivazione in uso in Sicilia, ed ottenere, collo aiuto di questi utili suggerimenti, raccolte più abbondanti e della miglior qualità.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189

   





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