Pagina (106/189)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Dovranno pure le nuove piante diradarsi. conservando a quelle che lasciansi a vegetare, la distanza tra loro di due palmi in ogni senso. Anche nascendo dei cesti, o figliolini al pedale dovranno recidersi.
      Le mal’erbe debbono assolutamente gettarsi fuori del campo, perchè non servano allo sviluppo degli insetti appiattati sopra i mucchi di esse.
      Quando la fioritura comincia cessano le sarchiature, e sarà il tempo di cimar la pianta, perchè diventi più robusta e matura, ed ingrossi tutte le sue coccole: dovrà indi sfrondarsi, affinchè all’azione dei raggi solari pervenga il suo frutto ad una perfetta maturità.
      Allorchè il cotone sarà maturato, spaccansi naturalmente le coccole, ma la raccolta non dovrà farsi se non quando la capsola sarà interamente aperta, e sempre dopo rasciutta la rugiada; se ne avrà così il miglior cotone. Nel raccoglierlo dovrà farsi in modo che cadano a terra le foglioline del calice frapposte fra il guscio e lo stelo, perchè rompendosi lordano facilmente la lanugine, con discapito della sua qualità. La miglior maniera poi di eseguire questa raccolta si è quella di lasciare la capsola attaccata all’albero, e di levare, con le prime tre dita, i fiocchi che spuntano dalle valvole, avendo cura di scuoterli pria di riporli nel sacco, se vi si scoprono dell’insetti. Se il cotone si levasse con tutta la mano, si coglierebbero anche le capsole e se ne insudicerebbe la qualità. La raccolta poi andrà facendosi, come si van successivamente maturando le coccole; delle quali, se alcune non pervengano a maturità, si raccolgono anch’esse ed all’azione di un calore artificiale si aprono; ma se ne ottiene un cotone di poco buona qualità.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189