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      Finalmente colla pratica de’ prati artificiali, ove le circostanze il permettessero, ossia ove potrà aversi il commodo dell’irrigazione, con opportuno uso delle macchine idrauliche, che a spese delle più ricche comuni dovrebbero introdursi, si potran fornire gli animali di foraggi freschi e salubri negli ardori della state. Ove poi le località nol permettessero, troviamo assai utile il suggerimento di qualche Siciliano, che ha proposto doversi per uso delle mandre intraprendere delle vaste ed estese piantagioni di fichi d’india, cactus opuntia, pianta che come si sa alligna bene tra noi nelle terre pressochè inutili, e che ne’ mesi caldi apprestar può agli animali un foraggio fresco e gradito.
      Sembra che riparar gli animali, dal rigore della fredda stagione sia un oggetto che meriti bene le cure dell’agricoltore, onde mantenere le mandre nel necessario ben’essere. Si è però sempre disputato se sia più vantaggioso alle pecore il ripararle in spaziose e ben costrutte stalle nell’inverno, che lasciarle esposte all’aria. Vi ha chi crede esser più gl’inconvenienti che l’utilità delle stalle, esponendo queste l’animale a delle malattie di più sorti, e si citò l’esempio delle merine di Spagna che conservano bene la qualità delle loro lane ed il loro ordinario vigore, e che frattanto non sono mai ricoverate in ovili, fuorchè nell’epoca della tosatura, e che sempre rimangono all’aria libera. Noi crediamo che, specialmente nell’interno della nostra isola, sia utilissimo nell’inverno ricoverarle in opportuni edifizii, siano anche delle tettoje di tegole sostenute da pilastri, e murate da un sol lato, da noi dette pinnati, anche per il risparmio della spesa, perchè in generale questi animali soffrono moltissimo esposti all’aria libera in inverno, essendo più degli altri animali soggetti alle infreddature; e perchè dai disagi che soffrono nei rigidi inverni spesso ne proviene il loro dimagrimento, e quindi una deteriorazione nelle loro lane.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189

   





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