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      Si calcola che la spesa ordinaria per mazzicare e scotolare un cantaro di lino col metodo comune è oncie 3. 8. 10. Ciò che è certamente il triplo di quanto si suole spendere. In qualunque modo però è sempre lodevole l’impresa dei signori Mingrino e Castro. E sarebbe a desiderare che tutti gli agricoltori siciliani, a forza di replicati saggi ed esperimenti, giungessero a correggere i difetti della macchina di Christian, se ne ha, onde espellere assolutamente l’uso della macerazione del lino, tanto dannosa alla salute umana.
      13 Così scriveva il Palmeri nel 1823; però egli, morto come si sa nel 1837, tutt’altra opinione porterebbe della pulitezza di Palermo, or che è trascorso altro mezzo secolo, mentre questa bellissima città al dì d’oggi per tal riguardo non è seconda a veruna delle principali città d’Europa. (L’EDITORE)
      14 Noi parliamo solamente dei caci di vacca, perchè pensiamo che sarebbe a desiderarsi, per il bene della nostra agricoltura, che gli agricoltori siciliani rinunziassero al profitto che traggono dal latte delle pecore, di cui potrebbero essere con usura compensati dalla maggior copia e miglior qualità di lana, dalla maggior quantità di agnelli, e dalla grande minorazione di spese, che si fanno per erbaggi, custodia ed altro, che sono indispensabili nelle mandre il cui principale oggetto è il cacio. Ciò sembrerà un paradosso a molti, ma noi preghiamo i saggi agricoltori a sovvenirsi, che le pecore non si mungono che ne’ paesi in cui l’agricoltura conserva la semplicità dei tempi patriarcali; e che è una verità conosciuta sin da’ tempi di Columella e di Varrone, che le pecore munte produrranno sempre poca e pessima lana.


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Calendario dello agricoltore siciliano
di Niccolò Palmeri
Tipogr. Pensante Palermo
1883 pagine 189

   





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