Pagina (3/1468)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Anzi a me pare che tali fiori rettorici, e mi direi meglio poetici, mal s’addicano alla dignità della storia, la cui bellezza, come quella di pudica matrona, quanto è schiva del vestire sciamannato, tanto mal comporta quegli ornati, che diano sospetto nell’una di poco studio di verità, nell’altra di poco rispetto alla modestia.
      Interrogato, mentre scriveva la presente opera, da un amico: quale scrittore avessi preso ad imitare: nissuno francamente risposi. I grandi scrittori non sono imitabili, perchè il cuore e la mente non si danno in presto. E gli imitatori, servum pecus, sono per necessità stentatí, oscuri, stucchevoli. La maestosa semplicità di Cornelio Nepote non è mai stata da alcuno imitata. Nè alcuno ha potuto, come David Hume, accoppiare filosofia tanto profonda a tanto scorrevole naturalezza di dire.
      Il solo studio, che io ho posto nello scrivere quest’opera, è stato di dare a’ miei pensieri quella maggior chiarezza, che per me s’è potuta. È al lettore il giudicare se io abbia dato nel segno e fedelmente seguito i principî di sopra esposti. Ma dubito forte non sia per appormisi il non avere anche seguito il precetto del Venosino:
      Sumite materiam vestris, qui scribitis, aequamViribus.
     
      ELOGIODI
      NICCOLÒ PALMERIPER
      F. P.
     
      Vidi praevaricantes et tabescebam.
      PSALM. 118.
     
      Imprendo (1) a narrare la vita d’un uomo, che, vissuto in tempi di varie, anzi opposte fortune, stette saldo coll’animo, e non vinto mai nè alle lusinghe di possibili innalzamenti, nè alle strettezze di una misera vita, seppe indomito conservare pur sempre la più bella dote dell’uomo: un carattere virilmente e immutabilmente sentito.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





Cornelio Nepote David Hume Venosino