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      Ad ogni passo doveano combattere; chè i Siracusani, senza venir mai a campal battaglia, li andavano molestando. Sulla sera, si fermarono sopra una collina. Il domani vennero ad una pianura, per provvedersi d’acqua, ed avere viveri dalle vicine popolazioni. I Siracusani si afforzarono su di un erto colle, per cui quelli doveano passare. Tentarono aprirsi il varco di forza; furono respinti, e tornarono là ond’erano partiti. Non essendo possibile continuare la via di Catana, ove s’erano diretti, vollero scendere al mare; per tirare verso Camerina e Gela. Accesi nel campo molti fuochi per ingannare i Siracusani, nel cuor della notte partirono. Demostene, con una metà della sua schiera, forviò, e si trovò, al far del giorno, nella via Elorina, presso il fiume Cacipari, detto oggi Cassibili, diciotto miglia lontano dagli altri. Al guado era una schiera siracusana. Gli Ateniesi, di viva forza, valicarono il fiume; e, sul mezzogiorno, si fermarono in una pianura, tra il Cacipari e l’Erineo, detto oggi Miranda. I Siracusani, al far del giorno, si avvidero della partenza dei nemici; frettolosamente l’inseguirono; e sopraggiunsero Demostene in quella pianura. Volle difendersi; ma, cinto per tutto dalla cavalleria, con tutta la sua schiera si rese. Fu permesso ai Siciliani il passare sotto le insegne di Siracusa, o tornare a casa loro. Seimila Greci furono prigioni. Consegnaron le armi e ’l denaro, che, versati negli scudi rivoltati, ne empì quattro; Demostene, non volendo sopravvivere alla sventura, si ferì; ma, trattenuto da’ Siracusani, non potè uccidersi.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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