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      Ma l’autorità civile è stata sempre dico ben lieve per difendere la pubblica libertà, quando la forza è stata nelle mani d’uomini della tempra di Agatocle. Gli Erbitani, che soggetti erano a Siracusa, in quei dì si ribellarono. Fu dato ad Agatocle l’incarico di mettere in pronto l’esercito per andare a domarli. Col pretesto di tale guerra assoldò in prima que’ Morgantini, che lo aveano tanto bene servito. A costoro unì tutti i mascalzoni, i poveri e gli uomini di scarriera, che in tutto erano tremila. Con un pretesto ebbe a se Pisarco e Decle, capi del senato, i quali vi vennero con quaranta altri cittadini. Come costoro entrarono in casa sua, li fece arrestare; e tutto ansante e pauroso corse a’ suoi soldati, dicendo che coloro, per commissione del senato, volevano insidiargli la vita. Quell’indomita congrega entrò in furore; decise di punire tutti i senatori e loro amici; ed immantinente diede addosso agli inermi cittadini. Ogni casa, ogni età ed ogni sesso fu preda alla rapina al ferro, alle sozze voglie di quegli scherani. Vergini pudiche, gentili garzoni, nobili matrone fuggivano da per tutto, e da per tutto incontravano la villania o la morte. Si ardevano gli usci, o si sfondavano i tetti di quelle case, ove molti cercavano scampo. Serrate le porte della città, a nessuno era dato fuggire. Gran numero, non avendo altro argomento come campare tanto eccidio, saltò dalle mura; la maggior parte ne restarono pesti od estinti; da seimila si salvarono in Agrigento. Finalmente dopo due giorni, ricco di tante prede, sazio di private vendette, Agatocle pose fine a quegli orrori; e si contentò di bandire coloro, che meno odiava.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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