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      Un misero avanzo di quei cittadini si ritirarono nel castello d’Olimpio. Ma i Romani non furono lenti a farsi vedere con forze maggiori. Un’armata di dugentoventi galee, comandata dai consoli Aulo Attilio e Cn. Cornelio giunse a Messena nell’anno 3o dell’Olimpiade 131 (252 a. C.) ed unitasi alle ottanta campate dal naufragio di Camarina, venne a Panormo, che stretta d’assedio s’arrese a patto d’esserne i cittadini tratti in servitù, tranne quelli, che si ricattavano per lo prezzo di due mine d’argento. Diecimila poterono pagare la taglia; tredicimila furono servi. Spaventate da tanta severità Jato, Solunto, Petra (71), Smacara (72) e Tindari si diedero a Roma.
      La perdita di centocinquanta galee sommerse dalla tempesta ne’ lidi d’Italia nell’anno 4o della Olimpiade 131 (253 a. C.) fece desistere i Romani dalla guerra marittima. Ed in terra stettero alcun tempo inoperosi gli eserciti; perchè i soldati erano presi da grande paura degli elefanti, ai quali s’attribuiva la sconfitta dell’esercito d’Affrica. Fu allora che Terme-imerese fu per cadere in mano de’ Romani per un tradimento. Colui che reggea la terra, uscitone per suoi affari, fu preso. Per riacquistare la libertà, promise al console di lasciare aperta una delle porte, per entrarvi nottetempo i suoi soldati ed insignorirsi della città. Mille soldati furono destinati all’impresa. Accostatisi tacitamente trovarono, secondo il convenuto, aperta la porta. I primi che entrarono la fecero richiudere, per essere soli al bottino.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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