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      Le due decime, il frumento comprato e l’estimato, sommavano quasi al quarto della produzione, e forse le decime di tutti gli altri prodotti, il dazio delle scritture, la dogana ed il peso del mantenimento dell’armata più che altrettanto importavano. Tali pesi, oltre all’essere eccedenti, eran poi dannosissimi, perchè direttamente tendevano a scuorare l’industria dell’agricoltore, al quale si strappavano gran parte dei prodotti della terra da lui coltivata; ed eran poi accresciuti a più doppî dalle concussioni di coloro, che si mandavano al reggimento di questa e di tutte le altre provincie, i quali vi correvano come a sicura preda; nè paghi di soddisfare la loro cupidigia, dovevano rubare quanto era necessario per comprare in Roma il voto di quei magistrati, che dovevano esaminare la loro condotta, la venalità dei quali era tanto palese che Cicerone assicura che molte provincie avevano mandato legati in Roma, per chiedere, che non si desse più luogo ad accuse di concussione contro i proconsoli e i pretori; perchè l’accusa, dalla quale dovevano difendersi, li metteva nella necessità di rubare di più; ed i popoli potevano sovvenire alla rapacità loro, ma non alla perniciosissima loro vittoria (87). E per la ragione stessa dovevan costoro, oltre alle proprie, dar mano alle rapine ed alle violenze dei Romani avveniticci, i quali erano i testimoni, e talvolta ancora i giudici della loro condotta. E bene avea d’onde il romano oratore d’esclamare: Piangono tutte le provincie; si dolgono tutti i popoli liberi; e finalmente tutti i regni reclamano contro le nostre cupidigie ed ingiurie.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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