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      La produzione totale dell’isola, che allora calcolavasi poco più d’un milione di salme, era a gran pezza inferiore alla presente, che suol essere di un milione e mezzo, Nè può dirsi che ne’ tre milioni di moggia di frumento comprato non era compreso quello delle città libere e delle immuni. Cicerone parla del frumento imperato di Alesa, e rimprovera a Verre d’avere esentato dalla contribuzione Messena.
      Più grave è poi l’errore di considerare la produzione di quell’età come misura di quella delle precedenti, e supporre che per la dominazione romana l’agricoltura non patì cangiamento. Abbiam ragione di credere, che il solo regno siracusano nell’epoca antecedente produceva di frumento poco meno che non ne produceva l’isola tutta nell’epoca d’appresso. Il regno siracusano era appena un sesto di tutta l’isola; ora se la produzione totale di questa fosse stata anche allora di un milione di salme, quel regno ne avrebbe prodotto meno di centosettantamila: e re Gerone, che null’altro esigeva oltre la decima, non ne avrebbe avuto più di 17000. Avrebbe mai con tale rendita potuto fare tanti frequenti doni, talvolta di diecimila salme; sovvenire a tutte le spese del governo; tenerne sempre in serbo gran copia; o mostrarsi tanto magnifico nelle opere sue, da gareggiare cogli Antigoni, co’ Demetrî, co’ Tolomei e con quanti erano fastosissimi principi in quella età? Sappiamo che Levino per richiamare ai campi gli agricoltori, bandì severi castighi a coloro, che non ripigliavano le agrarie faccende.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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