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      Però, senza lasciarsi trarre in inganno, ratto venne a Siracusa e la strinse dal mare e dalla terra. Spaventati i Siracusani offerirono da vero di rendere la città, salva la vita e i beni loro. Asad inchinava ad accettare il partito; ma i suoi soldati, per non perdere il sacco, di cui si tenevano certi, nol consentirono.
      Le speranze loro andaron fallite. Asad, soprappreso da grave infermità, venne a morire tra l’ottobre e ’l novembre dell’828. I soldati scelsero in di lui vece a comandante un Mohammed ben abì al Giauari. In questo, grandi forze di terra e di mare spedite da Costantinopoli giunsero a Siracusa. Alla vista dell’esercito greco, volevano i Saracini rimettersi in mare e tornare in Affrica. Ma l’armata nemica lor teneva l’uscita. Con ardito consiglio incesero le navi loro, levarono l’assedio e vennero entro terra a cercare alcun luogo forte, ove potessero difendersi. Così quell’esercito, spedito dall’Affrica per fare una incursione, fu da quel momento nella necessità di fare una guerra d’invasione; nè il momento poteva essere più opportuno.
      L’impero bizantino era scisso da civili e religiose discordie. Michele II, pel difetto della lingua soprannominato Balbo, sedea sul trono. Nato costui in Frigia, soldato di fortuna, dalla prigione, in cui lo aveva chiuso Leone l’armeno suo predecessore, per punirlo di morte, era balzato al trono. Fra lo splendore della porpora conservava l’anima plebea. Con stupida indifferenza vedeva le provincie dell’impero invase dagli stranieri.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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