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      Per istringere maggiormente la città, Roberto edificò due forti dagli opposti lati di essa e li munì d’armi e d’armati. Sperava egli che quella molestia obbligasse finalmente il fratello, alla resa. Ma la molestia tornò in suo danno. Il conte veniva fuori ad assaltare quello de’ due forti, in cui sapeva non essere il fratello; questo v’accorreva; ed egli, passando per la città, veniva ad assaltare l’altro; e con tali gangheri faceva logorare inutilmente le forze di Roberto.
      Una notte Rugiero uscì con cento militi da Mileto e venne a Geraci. I Geracesi lo accolsero in città. Avevano eglino giurata la fedeltà a Roberto; ma non gli avevano mai dato il dominio della città, per paura ch’egli non vi edificasse alcun castello e li riducesse così in servitù, comechè avesse il duca giurato di non edificar mai il temuto castello. Come seppe Roberto che Geraci s’era data al fratello, lasciato il necessario presidio ne’ due forti di Mileto, corse col resto delle sue genti ad assediare Geraci. Era nella città un Basilio, primajo fra i cittadini, amico del duca; però, durante l’assedio, lo invitò a pranzo. Il duca, che forse cercava per tal mezzo di riavere la città vi si recò travestito. Un domestico palesò l’esser egli in città. Il popolo furioso trasse in quella casa, chiedendo d’aver consegnato il duca. Basilio volle fuggire in una chiesa vicina; ma prima di arrivarvi fu ucciso. Morte più crudele ebbe la donna sua (167), e ne andò della vita a tutti coloro, ch’erano in voce di parteggiare pel duca.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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