Pagina (407/1468)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Questi, come fu preso, tanto disse, e dissero tanto gli uomini più assennati della città, che il popolo s’indusse a metterlo in carcere per serbarlo a più matura vendetta. I suoi capitani saputo il caso, non avendo altro mezzo di salvarlo, si diedero nelle mani di Rugiero, cui narrarono l’accaduto. La generosità estinse il cruccio del conte. Corse a Geraci; si mostrò irato più che mai contro il fratello; disse volerlo nelle sue mani, per vendicare i torti suoi; pregò; minacciò; l’ebbe. Libero Roberto, abbracciò il fratello, promise l’adempimento della pattuita ripartizione della Calabria. Un’incidente riaccese la guerra. I soldati del conte, saputa la prigionia del duca, ignari del seguito accordo, vennero fuori di Mileto, assalirono i due castelli, posti dal duca, l’espugnarono, ne demolirono uno, trassero prigioni tutti coloro, che v’erano di presidio. Al tempo stesso la duchessa, creduto morto il marito, fuggì a Tropea. Il duca bistorto in cuore, montò in bizza, dimenticò il segnalato beneficio del fratello, non volle più sentir parola di pace; comechè Rugiero, per togliere ogni ragione di querela, avesse rimandato liberi i prigioni e restituito i castelli dalla sua gente espugnati. Si tornò all’armi. Venne fatto a Rugiero soprapprendere il castello di Messiano; piazza fortissima, che apriva il varco a tutta la Calabria, la quale altronde inchinava alle parti del minor fratello. Fu forza a Roberto venire a patti. I due fratelli convennero in Val di Crati; e sur un ponte, che conservò il nome di Guiscardo, fu recata ad effetto la contrastata divisione della Calabria.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





Rugiero Geraci Roberto Calabria Mileto Tropea Rugiero Rugiero Messiano Calabria Roberto Val Crati Guiscardo Calabria