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      Il conte in quella vece tirò a Girgenti ne incominciò l’assedio il primo giorno d’aprile del 1087; e la città s’arrese addì 25 di luglio dello stesso anno. Avuto Girgenti, gli venne facile insignorirsi di Platani, Muxaro, Castanella, Sutera, Sabuci, Regalmuto, Bifara, Macalufi, Naro, Caltanissetta, Alicata e Ravanusa.
      Fra i prigioni fatti in Girgenti erano la moglie e i figliuoli di Kamut. Il conte seppe giovarsi di ciò per guadagnar l’animo di quel Saracino ed indurlo a render di queto Castrogiovanni. Ordinò che quella donna e quella famiglia fosse rispettata ed una guardia assegnò per sicurezza del loro onore. Con soli cento militi si diresse poi a Castrogiovanni; come ne fu presso, mandò per Kamut; e quello, sicuro della lealtà del conte, tutto solo vi venne; e venne con animo tanto disposto in favor di lui per l’onesto proceder suo verso la moglie, che non accade lungo argomentare per indurlo, non che a ceder la città, ma a cambiar di religione. E per la più facile riuscita dell’affare, si tornò in città e fece la vista di preparar la difesa, pel caso che il conte fosse venuto ad assediarla. In un giorno poi, già prima convenuto, venne fuori, come per pubblica bisogna, portando seco quanto avea di prezioso e s’avviò per un sito, ove sapea d’essere una presa di gente che lo aspettava ai guato. Giuntovi si finse soprapprenderlo e menarlo prigione. Nel subuglio che tal fatto destò in città, s’accostò il conte con tutto l’esercito; quei Saracini, confusi per la perdita del capo, anzicchè difendersi, pensarono a chiedere buoni patti di resa, che di leggieri ottennero.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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