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      Papa Gregorio incapato più degli altri in tal pensiere, per rendere l’autorità ecclesiastica indipendente dalla civile potestà, volle levare ai sovrani il dritto di dar l’investitura ai vescovi eletti nei loro stati; dritto, che tutti i principi avevano sempre esercitato.
      Con tale intendimento in un concilio convocato in Roma fece dichiarare illegale il dritto dei sovrani dl dare ai vescovi il pastorale e lo anello ch’era il simbolo dell’investitura. Indi nacque la fatale scissura tra il sacerdozio e lo impero, che per secoli turbò la chiesa e lo stato.
      Arrigo IV, che allora sedea sul trono di Germania, non tollerò in pace quell’atto; e con procedere del pari avventato, convocata una dieta in Vormazia, vi fece dichiarare Gregorio illegittimamente eletto e decaduto dalla sede pontificia. Qui papa Gregorio, non contento alle iterate scomuniche fulminò la famosa bolla colla quale dichiarò Arrigo caduto dal trono, e sciolse i sudditi di lui dal giuramento di fedeltà. Fu questo il primo esempio di tal violentissimo abuso dell’autorità pontificia, pur troppo imitato in appresso. Nè i principi d’Europa hanno mai dimenticato tal’atto (179); Rugiero non fu indifferente allo spettacolo dell’imperatore dannato a star tre giorni di fitto verno nel cortile del castello di Canosa, spogliato del regio manto e scalzo, mentre nevigava a ribocco; e, dopo tanta penitenza, ottener solo la comunione per mano del pontefice, il quale non volle per questo scattare un pelo dalle sue pretensioni (180).
      Era il conte Rugiero religiosissimo; ma alla sua pietà andavan del pari l’altezza dell’animo e la perspicacia dell’ingegno.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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