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      Oltre ai discendenti degli antichi abitatori, v’era Greci e Seracini in gran numero, vi era Ebrei e Lombardi; ed a costoro vennero ad aggiungersi i Normanni. Abitavano essi tal volta mescolati nella stessa terra; ma per lo più tenevano distinto paese. Quella provincia che oggi si dice Val Demone, era in gran parte popolata di Greci, che quindi potevano avere più facile comunicazione colla Romania; l’altra, che guarda l’Affrica, era frequente di Saracini; i Lombardi stanziavano in Piazza, Butera, Randazzo, Nicosia, Capizzi, Maniaci ed altri luoghi entro terra.
      Nè i tempi consentivano il fare un nuovo ordine di leggi generali, e sottoporvi indistintamente, qualunque fossero gli abitatori dell’isola, nè il conquistatore aveva forza e lumi da ciò. Con avveduto consiglio il conte lasciò che ognuna di quelle genti continuasse a reggersi colle sue leggi particolari, e furon fin rispettate le domestiche consuetudini d’ogni famiglia. Anzi gli Ebrei ed i Saracini, eccetto coloro, che presi in battaglia, erano stati ridotti in servitù e si dicevano villani, conservarono l’esercizio dei dritti civili; ritennero i beni loro; ed ebbero notai della loro nazione, per poter contrarre alla maniera loro (185). Indi avvenne che i Siciliani ed i Greci continuarono anche dopo la conquista a governarsi col codice di Giustiniano, come avevano fatto sotto i Saracini; i Lombardi vivevano secondo le consuetudini e ’l dritto di Longobardi; il corano continuò ad essere la suprema legge dei Saracini; e pei Normanni valeva il dritto dei Franchi (186). Da ciò nacque altresì la necessità di usare contemporaneamente la lingua greca, la latina e l’araba in ciò che voleva farsi noto al pubblico.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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