Pagina (460/1468)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma più di tal vana promessa, valse ad indurre il conte l’essere stata a lui spedita dal duca suo nipote la sua stessa duchessa, che figliuola era del marchese di Fiandra. Non si potè negare il conte a tanta messaggiera; col più numeroso esercito, che avesse mai raccolto venne sul continente nel 1097; e sotto le mura di Capua s’unì alla gente del duca e del principe.
      Papa Urbano II, mosso dal desiderio di comporre le cose senza spargimento di sangue e forse dalla speranza che i principi combattenti avessero in quella vece portate le armi all’impresa di terra santa, che gli stava tanto a cuore, si recò di persona al campo degli assalitori, e propose di fare terminare da giudici da lui scelti le ragioni del principe Riccardo e dei Capuani, se le due parti promettevano di stare alla costoro sentenza. Il principe e ’l duca, così consigliati dal conte, lo promisero; lo promisero del pari i Capuani. Esaminati i diritti dell’una e dell’altra parte, i giudici menarono buone le ragioni del principe, ma i Capuani, pentitisi allora di ciò che avevano promesso, dichiararono di non potere o volere eseguire la sentenza; però papa Urbano li scomunicò, benedisse le armi degli assalitori e si ritirò in Benevento.
      I Capuani ebbero allora più grave ragione di pentirsi di non aver dato ascolto a consigli di pace; tale fu la gagliardia e la vigilanza de gli assalitori e particolarmente del conte, nella condotta dello assedio, che pur finalmente ebbero ad arrendersi e riconoscere Riccardo in loro signore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





Fiandra Capua Urbano II Riccardo Capuani Capuani Capuani Urbano Benevento Capuani Riccardo