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      Le sue oppressioni eran cagione di frequenti rivolte, ed ogni rivolta traeva seco nuove e più crudeli oppressioni, talmentechè la Francia, la Scozia, l’Irlanda furono allora pieni di profughi inglesi, quale accecato, qual mozzo le mani, qual tronco i piedi, e tutti miserrimi.
      Il conquistatore di Sicilia al contrario, lungi dall’imprendere a sottoporre i Siciliani ad un nuovo governo, pare che avesse avuto il disegno di non far loro accorgere del cambiamento. Tranne quelle terre, che per dritto di guerra vennero in suo potere, delle quali rimunerò i suoi capitani e larghe donazioni fece alle chiese, non molestò mai gli antichi possessori. Mentre il conquistatore dell’Inghilterra, per far perdere al popolo vinto fin l’uso della lingua natale, istituì da per tutto scuole di lingua francese e volle che questa sola lingua si parlasse nelle corti di giustizia, nei parlamenti, nelle cattedre nel pergamo, il conquistatore siciliano conobbe esser più duro ai popoli l’esser molestati nelle private abitudini, che nei più gravi interessi, e però tutto ciò che doveva essere a notizia del popolo, volle che fosse scritto nelle lingue che si parlavano più comunemente in Sicilia. Mentre il conquistatore dell’Inghilterra ammetteva nel suo regno un legato pontificio, Rugiero seppe chiuder per sempre l’ingresso in Sicilia a chiunque potesse venirvi con tal carattere. Ma ciò che mette il conte Rugiero al di sopra, non di re Guglielmo, ma di tutti i principi dell’età sua, è la sua imparziale condotta verso tutti i sudditi suoi, quale che fosse stata la loro religione; egli zelantissimo della religione cristiana, legato alla chiesa latina, non molestò mai i Greci ed i Musulmani, che in gran numero erano in Sicilia; anzi di questi ultimi formò un corpo di milizia, che teneva sempre presso di sè, come a guardia della sua persona.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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