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      X. - Perduta la speranza d’avere Benevento, il re corse ad assediare Nocera, che apparteneva al principe, il quale, saputo che il re colà s’era diretto, mosse coll’esercito, che s’era accresciuto delle bande de’ Beneventani, e venne per distogliere il re dall’assedio; ma arrivato al fiume Sarno trovò che il re ne aveva fatto rompere il ponte di legno. Mentre il nuovo ponte costruiva, il re, saputo l’arrivo dei nemici, levò l’assedio ed in ordine di battaglia al fiume s’appressò. L’esercito del principe lo aveva già valicato, ed era anch’esso schierato. Addì 24 luglio del 1132 fu combattuta la battaglia nella pianura di Scafato. La cavalleria dell’ala destra dell’esercito del re fu la prima ad attaccar la mischia, e diede con tal impeto addosso all’ala sinistra del principe, che la prima linea fu volta in fuga. La seconda schiera, per dar luogo ai fuggiaschi, si disordinò, nè potè tener l’impeto de’ cavalli del re; i fanti che in ultimo erano, presi di spavento fuggirono in rotta; molti, volendo salvarsi valicando a noto il fiume, annegaro; molti furono presi o morti nel fuggire per quelle pianure. Il principe allora riordinata la seconda schiera, la fece avanzare contro l’ala sinistra del re. Duro fu lo scontro; ma i Capuani, scuorati già dalla fuga pe’ primi, mal potevano resistere, e cominciavano già a cedere. Il conte d’Avellino, che con cinque squadre di cavalli, teneva il corno destro di quell’esercito, visto il principe pressochè del tutto rotto, accorse colla prima schiera, ed a mano a mano venivano entrando in mischia le altre; le truppe regie, stanche già del lungo combattere, assalite da quelle schiere fresche, che impetuosamente sopravvenivano, cominciarono a piegare; in quel fortunoso momento, i primi ch’erano stati volti in fuga, vista la prova delle milizie del conte, ripreso cuore, tornarono indietro e vennero a rinfrescar la battaglia.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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