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      La Città fu posta a sacco e poi data alle fiamme; i cittadini messi a fil di spada. Il conte di Conversano e Rugiero di Plenco, travestiti, s’erano ascosi; trovati, furono portati in presenza del re, il quale fece impiccare il Plenco, e volle che il conte lo menasse al patibolo, tenendone il capestro (224); e poi fu cogli altri mandato in Sicilia.
      Spaventate da tanto rigore, le città di Puglia non osarono più resistere. Que’ di Gilenza si sottomisero di queto, ed il re vi restituì l’antico governatore Polutino; venuto poi in Troja, punì severamente quei cittadini che inchinavano ai ribelli, demolì le fortezze della città, e la divise in più villaggi; per non potere tentar più novità Melfi, Bisseglia, Trani, SantAgata, Ascoli ed altre terre furono riprese; intantochè, tranne i domini del principe di Capua e del conte d’Avellino, tutta la Puglia fu riconquistata in quella campagna. Avvicinato in questo l’inverno, lasciato l’esercito in Salerno, tornò il re in Sicilia.
      Non istavano intanto a badare il principe di Capua e ’l conte d’Avellino; questi aveva unito alle sue forze quelle del duca di Napoli e del conte di Bojano; e quello era ito a cercare soccorso de’ Pisani, i quali promisero d’entrar nella lega e somministrare cento galee, a patto che i Genovesi, loro emuli aderissero al trattato e promettessero di non molestarli durante la guerra, e loro fossero pagate tremila libre d’argento. Conchiusa colla mediazione di papa Innocenzio II la convenzione, venne il principe, in Capua, accompagnato da. due consoli della republica e da mille soldati ivi levati.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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