Pagina (567/1468)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Sparsa per la città la notizia della morte del grand’ammiraglio, somma fu la letizia del popolo, il quale, non più represso dal timore, si diede con grandi clamori a mostrar l’odio suo contro di lui, traendo in folla al luogo, ove ne era restato il cadavere, che nessuno avea osato rimuovere, per tema di esser tenuto suo partigiano; chi lo sputava, chi lo scalpitava, chi lo pelava. Il re, che dal vicino palazzo udiva l’insolito trambusto, ne chiedea la cagione, quando a lui venne il contestabile Ottone a palesargli l’accaduto; di che forte si crucciò. Comechè fosse noto, diceva egli, che il grand’ammiraglio mulinava alcun reo disegno contro di lui, non si dovea punirlo senza suo ordine. Non pensava egli qual male ne era incolto a coloro, che lo aveano altra volta avvertito della iniquità del suo ministro. La notte stessa furono addoppiate le guardie della città, a scanso di tumulti, e guardie furono poste alla casa dell’estinto Majone; ma non si potè impedire che la plebe avesse dato il sacco ad alcune case di parenti ed amici di lui.
      Il domani il re chiamato a sè Arrigo Aristippo, arcidiacono di Catania, uomo di assai dolci costumi, nelle latine e greche lettere dotto, a lui affidò la carica di grand’ammiraglio e la somma degli affari del governo. Costui e Silvestro conte di Marsico si diedero a raddolcire l’animo del re, nè poterono venirne a capo se non col mostrargli alcuni diademi che si trovarono riposti in casa di Majone. Convinto il re da ciò del delitto di lui, ne fece carcerare il figliuolo e il fratello, ambi ammiragli, ed il gran protonotajo, che era stato uno dei suoi confidenti e de’ più iniqui.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





Ottone Majone Arrigo Aristippo Catania Silvestro Marsico Majone