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      Il conte si tenne offeso dalla proposizione d’esser messo del pari con colui, che non era nè nobile, nè uomo, e sdegnosamente la riggettò.
      La corte restò allora divisa in due potenti fazioni; parteggiavan pel conte tutt’i conti, i baroni ed i nobili; erano per l’eunuco i soldati stipendiarii, compri dalle sue largizioni. I soli nobili che seguivano questa parte erano un Ugone, figliuolo d’Atone, cui l’eunuco avea dato il comando de’ suoi soldati; uomo d’armi e di senno valente e ’l gran contestabile Riccardo di Mandra, audace sì, ma di poco sano consiglio, cui l’eunuco, per avere dalla sua parte anche un conte, avea fatto alla regina investire con gran pompa della vastissima contea di Molise.
      IV. - L’eunuco per ispaurire il suo nemico ed accattar partigiani, si mostrava da per tutto seguito da gran tratta d’armati e largo donatore era a tutti coloro, che a lui si accostavano. L’altro all’incontro, per far vedere di stopparlo, andava per le strade, o tutto solo o con pochi amici, senza verun apparato ostile; ma questa stessa fidanza di lui dava che pensare all’eunuco, il quale l’attribuiva alla sicurezza della riuscita di qualche gran colpo, che si ordiva a danno suo; e, da tal paura ne fu preso, che un dì sull’annottare, fingendo di recarsi ad una nuova casa, da lui fabbricata nel quartiere della città, che allora si diceva Kemonia (273), venne al porto, e quindi, sopra una saettia secretamente preparata, coi suoi tesori ed alquanti altri schiavi fuggì in Affrica al re di Marocco.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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