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      Ivi giunto il gran cancelliere, procurò di cattar l’amore di quel popolo col confermare alcun privilegio, che re Rugiero avea prima concesso alla città e poi ritratto; e col gastigare, comechè mal suo grado, lo stratigoto della città, di cui tutto il popolo si dolea. Ciò non però di manco il conte di Montescaglioso e Gentile vescovo di Girgenti venivano secretamente trovando compagni; ed in ciò erano favoriti dall’insolente e licenzioso procedere de’ soldati francesi, che il gran cancelliere seco menato avea, che moveva a sdegno tale il popolo, che facilmente dava ascolto alle ree insinuazioni de’ congiurati. E comechè l’arrivo del conte di Gravina con cento militi suoi, tutta gente provata, avesse per alcun tempo repressa l’audacia de’ cospiratori, pure, quando si credettero numerosi abbastanza per tentare il colpo, stabilirono il giorno e ’l modo di mettere a morte il gran cancelliere (279).
      Il conte di Montescaglioso, imprudente come era, volendo trarre nella congiura uno dei giudici della città, gli palesò fil filo la trama; e quello, malgrado il promesso silenzio, corse a svelar tutto al gran cancelliere, il quale si appigliò allora ad un partito estremo, cui la regina stessa, posto da parte l’amore fraterno aderì. Fu convocato subito il parlamento per condannare con pubblico e legale giudizio il conte di Montescaglioso. Il gran cancelliere, sapendo che fra’ conti ed i prelati più d’uno dava mano alla cospirazione di quel conte, fece entrar nella sala una mano de’ suoi soldati; egli stesso, sotto l’abito pontificale avea la corazza, ed i suoi cherici la spada soppanno.


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Somma della storia di Sicilia
di Niccolò Palmeri
Editore Meli Palermo
1856 pagine 1468

   





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